OTTO SECOLI DI STORIA NEL CONVENTO S.LORENZO (tratto da “Quaderni Valtellinesi”- aprile 1988)

Lorenzo è uno dei più antichi monasteri della diocesi di Como. Anche se non si può datare in modo preciso l’origine tuttavia, attraverso alcuni indizi e documenti , si possono dedurre le primitive vicende. Il monastero ebbe inizio verso la metà dell’XI secolo. Una ipotesi verosimile possiamo fondarla sull’operato di due vescovi di Como (Bennone e il suo successore Rinaldo) che istituirono vari monasteri nella città di Como e nella Diocesi. In questo contesto è credibile che ci fosse anche quello di Sondrio.

Un documento risalente al 1329 conferma la donazione delle decime delle terre che si trovavano sotto il monastero, alla Badessa Bonizza, avvenuta nel 1110 da parte del comune, dei De Capitanei e sottoscritta dall’allora vescovo di Como.

I fondatori di questo monastero risultano dunque i fratelli della ricchissima famiglia De ' Capitanei, che manterranno per alcuni secoli una grande influenza nella valle. Sembra che una delle prime suore fosse una loro sorella. Essi vollero che il monastero venisse sottoposto direttamente al pontefice. Ciò avvenne con un decreto che riporta il " Privilegio di Pasquale II " nel 1100 e che fu confermato anche dai successori. Questa famiglia verrà ancora nominata quando nel 1401 un certo Gaudenzio dona alcuni beni alle monache con la clausola che il giorno di S.Lorenzo si aiutassero i poveri.

La famiglia monastica apparteneva al ceppo dei benedettini. Per alcuni secoli i membri rimasero limitati a poche unità, mentre la vita del monastero scorreva nella normalità.

Verso il 1500 inizia una storia assai vivace che si protrarrà per circa un secolo. Il monastero vive di riflesso l'ondata di protestantesimo che invade la Valtellina e coinvolge anche i due paeselli vicini al convento. Esso sarà il baluardo dell’ortodossia in un generale clima di confusione e di lotte.

La comunità religiosa si ravviva fortemente all’interno, grazie ad alcuni cambiamenti. Un decreto papale riduceva la carica della badessa a soli tre anni, mentre prima era nominata a vita da parte della De' Capitanei. Con la bolla di Gregorio XIII nel 1573 si introduceva a S.Lorenzo la clausura con la promessa del quarto voto solenne.

Un altro decreto papale proibiva ogni manifestazione pubblica il giorno di S.Lorenzo, che sembrava essere diventato la matrice di gravi disordini tra clero di Sondrio, monache e laici.

Infatti in un'altra occasione il card. Borromeo, presente alla festa di S.Lorenzo nel 1664, riconoscerà pubblicamente all’arciprete di Sondrio il diritto di presiedere alla festa.

La cura spirituale del monastero era stata affidata in un primo tempo al clero secolare e successivamente ai domenicani per circa un secolo, finché in piena diatriba con i protestanti, era passata agli arcipreti di Sondrio. In questo quadro si distinse in modo eminente l'arciprete N. Rusca, che dovette sistemare varie questioni sorte intorno alle tradizioni ormai consolidate nel monastero.

L'eresia, la peste nel '600

In alcuni momenti la vicenda diventa drammatica per le monache, che si vedono costrette ad abbandonare il monastero, prima per l'infuriare dell'eresia e poi per la peste. Infatti nel 1618 si rifugeranno a Como mentre nel 1630 scenderanno a Sondrio finché il morbo è passato.

Seppure in questi frangenti, la vita nel monastero non si era bloccata, anzi, i cambiamenti apportati all’interno della comunità avevano stimolato le varie famiglie valtellinesi che avevano mandato colà le loro figlie, mentre avevano elargito vari beni al convento.

Il numero delle monache aumenta rapidamente, c'è davvero un rifiorire di vita, e ciò sembra grazie a una badessa, Costanza Vittoria , che diede un nuovo impulso alla comunità.

Dopo questa parentesi ricca di vicende complesse, la vita prosegue tranquillamente con l’ondata rivoluzionaria portata dalla Francia da Napoleone, che sopprime tutti i conventi e confisca i loro beni.

Sarà la sorte del monastero di S.Lorenzo che viene raggiunto dall’ordine della soppressione nel 1805. Le 19 monache, le 7 converse e le 2 inservienti sono costrette a trovare rifugio altrove.

Parecchie vicissitudini si susseguono nell’1800 finché l'edificio riaprirà i battenti ad altre religiose. Nel 1888 arrivano le suore " svizzere" da Menzingen, chiamate dall'arciprete di Sondrio, G. Della Cagnoletta. Egli, ritenendo ormai maturi i tempi perché anche nella Valle si pensasse ad un'educazione per la donna, aveva pensato a queste religiose che aveva avuto modo di conoscere. Le Suore insegnanti di S.Croce, così denominate, avevano proprio come loro obiettivo la gioventù femminile da formare soprattutto attraverso la scuola.

La famiglia religiosa, di spiritualità francescana, era stata espressamente voluta dai suoi fondatori per la scuola popolare. Padre Teodosio, il fondatore, portava nel cuore sconfinato e nella sua vulcanica mente la massima che lo porterà a scelte rischiose: " I bisogni dei tempi sono espressione della volontà di Dio " , soleva ripetere. Questa attenzione verrà accolta anche dalla fondatrice imprimendovi il suo personale carisma: il " discernimento" dei bisogni passa attraverso la voce della Chiesa.

"Fame, freddo, fumo..."

L'opera iniziata nel 1844 a Menzingen, dopo quarantanni esce dai confini svizzeri per la Valtellina , segno di vitalità e di efficacia.

Le suore " svizzere " dei primi tempi con il consueto stile francescano sintetizzano le loro difficoltà in " fame , freddo, fumo " per dare avvio all'opera per cui erano state chiamate. Il Collegio che aprirono a S. Lorenzo ospitava ragazze della provincia, della Svizzera, Francia e Inghilterra. Superati i primi momenti di ambientazione esse aprirono in città un convitto in cui le ragazze valtellinesi potessero accedere alle scuole pubbliche .

Dopo pochi anni si inaugurò a S. Lorenzo la prima Scuola Materna che caratterizzerà la presenza delle Suore in molti paesi dentro e fuori provincia nella prima metà del’900 . Spesso, accanto a questi asili, ci saranno scuole di taglio e cucito per le ragazze del paese, impossibilitate a proseguire gli studi.

Sempre sulla linea di privilegiare" la promozione della donna”, si aprirono altre opere per soddisfare " i bisogni dei tempi ", non solo in Valtellina

Il Convento S. Lorenzo ha visto nel suo interno il susseguirsi di vari tipi di missione: catechismo, incontro dei giovani, noviziato per le giovani suore in formazione, Celebrazioni Eucaristiche per le comunità parrocchiali vicine, cura delle suore anziane ed ammalate....

Dal 2 ottobre 2009 il Convento è stato chiuso non potendo più soddisfare le esigenze concrete delle tante suore anziane ed ammalate. Nonostante questo rimane il suo ergersi sul colle, quasi come un richiamo a quella vita profonda che non muore mai perché legata a Dio e al Suo Regno…

È un Convento impregnato di storia, vicende, vite consacrate donate a Dio fino alla fine, gente del luogo che lo ha visitato e vi si è fermata a pregare o a confidare qualche pena provata… Un Convento che spera ancora di poter essere abitato da chi ne sa cogliere il completo valore spirituale, storico e culturale.